martedì 19 settembre 2017

Anche i "makers" fanno gli homebrewer

Ok, partiamo dalle basi: non è detto che tutti sappiano cos'è un "maker". Almeno, io ammetto candidamente di non averlo saputo fino a quando, un paio d'anni fa, Enrico mi ha portata per la prima volta al Mini Maker Faire di Trieste, tappa giuliana di questa manifestazione nata a San Francisco e che riunisce appunto i "makers" - termine traduicibile in italiano con l'espressione "artigiani digitali", coloro che in piccoli laboratori o in casa sfruttano le nuove tecnologie per più o meno piccole (e più o meno bizzarre, diciamo la verità, ma è lì che sta il bello) realizzazioni ingegneristiche o robotiche. Anche quest'anno Enrico mi ha voluta portare, facendo leva sull'annunciata partecipazione di un maker che aveva realizzato un innovativo software di controllo per l'homebrewing: non sono homebrewer, mi sono detta, però può essere interessante.

Così sono andata a conoscere il giovane pordenonese Andrea Fantin (a destra nella foto) che con il suo laboratorio Imelab ha prodotto IMEbrew, definito come "The Italian homebrewing system" (il sistema homebrewing italiano). Trattasi di un ingegnoso aggeggino (passatemi il termine ironico) in grado di gestire in maniera integrata l'intero processo, dall'ammostamento alla fermentazione, grazie alla possibilità di installare fino ad otto sonde; e che è stato pensato come facilmente configurabile a piacimento e quindi personalizzabile, in base al numero di pentole disponibili, alla ricetta (se ne possono memorizzare fino a 20, impostando in automatico tempi e temperature di ammostamento, tipi di malti e di luppoli utilizzati, e ogni altro parametro utile). C'è poi la possibilità di visualizzare i grafici delle temperature in tempo reale, esportare i dati su scheda SD, importare le ricette tramite software apposito, ed una serie di altre funzionalità (illustrate nella pagina che vi ho linkato sopra, per chi fosse interessato).


Mi esimo da valutazioni tecniche dato che non ho provato IMEbrew, né sono un'esperta di elettronica; comunque Andrea mi ha riferito di aver già ricevuto manifestazioni di interesse da parte di alcune aziende per quanto riguarda la distribuzione - intende invece ad ora mantenere in casa la produzione, senza vendere l'idea. Da notare anche il fatto che, nell'anno e mezzo di lavoro che è servito per mettere a punto IMEbrew, Andrea è andato avanti con capitale proprio, senza l'aiuto di alcun finanziatore: il che evidenzia un altro handicap conclamato del nostro sistema economico, in cui i giovani creativi si trovano a dover fare da sé in quanto a fondi per sviluppare le proprie idee.

IMEbrew non è ancora distribuito sul mercato; ma Andrea ha già fornito alcuni prototipi a degli homebrewer che l'hanno contattato personalmente, e che gli stanno dando feedback dettagliato sul funzionamento - tutte informazioni utili, naturalmente, per l'affinamento delle prossime versioni. "Per ora il feedback ricevuto è molto positivo - ha assicurato -, per cui sono fiducioso di essere pronto ad uscire sul mercato in tempi relativamente brevi". Bocche cucite per ora in quanto al prezzo, ancora da determinare - sulla base anche dei futuri interventi apportati e di eventuali accordi di distribuzione; se interessati, non vi resta che continuare a seguire le vicende di Andrea...

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