sabato 12 novembre 2016

Una serata allo Yardie, parte seconda

Ieri sera si è tenuta alla Yardie di Pradamano la seconda edizione della Festa della birra artigianale e locale, a cui con piacere avevo partecipato lo scorso luglio (chi non se la ricordasse, clicchi qui); e con piacere sono tornata, mossa dalla curiosità di provare alcune novità che erano state preannunciate.

Nel corso di una piacevole chiacchierata con Antonio, mastro birraio di Villa Chazil, ho assaggiato la loro nuova blonde ale alla canapa (coltivata a Pantianicco, a conferma della volontà di usare prodotti locali in quanto agribirrificio) battezzata Code Buie - "Coda buia" in friulano, nome con cui si indica la tromba d'aria. In primo luogo c'è da dire che fare una birra alla canapa è stata in qualche misura una scelta coraggiosa, perché in Friuli quando dici canapa dici Zahre: e andare a confrontarsi con una delle "pietre miliari" in Regione, che da più di quindici anni fa questa birra con successo, chiaramente presentava una buona dose di rischio. E in questo senso ha fatto onore ad Antonio e collaboratori il fatto di non aver voluto fare un'imitazione, anzi: la Code Buie, detta senza mezzi termini, della Canapa di Zhare non è manco parente, rendendo riconoscibile il tocco di Villa Chazil. Innanzitutto stiamo parlando di una ale, mentre l'altra è una lager: partiamo quindi da due basi diverse, che rendono difficile nonché improprio fare confronti - ma a me è comunque venuto spontaneo farli, e mi perdoneranno i birrai. Se nella birra di Zahre la canapa è più delicata, tanto da apparire a livello di aroma un complemento della luppolatura, nella Code Buie è molto più intensa tanto da costituire da sé la caratterizzazione portante; e la fa da padrona anche nel corpo scarico e dolce, con note tra l'erbaceo, il miele e il sambuco (sì, a me ha ricordato quello). La chiusura è leggera e quasi evanescente, quasi assente l'amaro: e questo è stato infatti l'appunto che ho fatto ad Antonio, e su cui lui ha concordato - annunciando per le cotte future una maggior dose di luppolo in amaro. Sono anche altre le novità che si preannunciano a Villa Chazil: è infatti in arrivo la birra con il loro luppolo fresco, che attendo con ansia di assaggiare, nonché la macchina per la raccolta del luppolo.

Ho poi provato l'ultima nata di casa Galassia, la belgian stout Maan ("Luna" in fiammigo, proseguendo la tradizione di dare nomi di astri alle loro birre). La definizione "belgian stout" viene dall'utilizzo di lievito belga; ma, al di là di questo, la si direbbe la classica "imperial stout bella tosta", con intensissimi aromi liquorosi di liquirizia e caffè; che proseguono nel corpo ben robusto, in cui spiccano anche le fave di cacao prima di una chiusura inusualmente amara secca per lo stile. E qui Davide mi ha spiegato dove sta il trucco, che è appunto l'utilizzo del lievito belga: che a suo dire attenua il 20% in più di quelli usati generalmente per le stout, consentendo di andarci con mano più pesante sul corpo per avere una birra ancor più ricca in quanto ad aromi e sapori senza ottenere quello che lui ha definito "un budino". Per gli amanti del genere la annovererei tra le birre da provare almeno una volta, pur con parsimonia dati i quasi 10 gradi alcolici.

Da ultimo ho assaggiato la Red Ale di Borderline, nella versione barricata in botti di whisky dell'87. Trattasi di una ale di 5,6 gradi, rimasta in botte poco meno di tre mesi; ma risaltano comunque bene al naso i profumi di legno e di whisky, con una lieve nota torbata e di uvetta, in un insieme morbido e armonico. Il corpo, pur essendo relativamente scarico (personalmente, dopo un aroma di quel genere, me lo sarei aspettato più robusto) data anche la bassa gradazione, appare comunque più alcolico di quanto non sia date le note liquorose e di frutta sotto spirito; e va poi a chiudere in maniera tenue, senza le note alcoliche finali che caratterizzano altre barricate di questa impronta. Per chi ama tutti gli stili che bene o male abbiano a che fare col whisky e con le botti - dai barley wine in giù -, ma vorrebbe tanto poterne bere in quantità più generosa senza trovarsi la gola riarsa (e la patente ritirata all'uscita dal locale).

Una menzione, infine, anche per gli altri birrifici presenti - Antica Contea, Pighi Craft Beer, Campestre, The Lure, Zanna Beer, Foglie d'Erba e Garlatti Costa, in ordine rigorosamente casuale); e per il locale, che anche questa volta ha saputo organizzare una piacevole serata.

Nessun commento:

Posta un commento