lunedì 6 giugno 2016

Toccata e fuga al Chiostro della Ghiara


Eh già, giusto per non sbagliare avevo intanto fatto gli auguri per la buona riuscita dell'Arrogant Sour Festival di reggio Emilia a tutti gli amici partecipanti; poi però, in maniera del tutto inaspettata - e grazie ai miei compagni di viaggio Wendy e Alessandro, che ringrazio - sono riuscita a fare una toccata e fuga nella prima serata di sabato. Giusto un paio d'ore, ma comunque piacevolissime, e occasione per qualche nuova interessante scoperta.

Accolti con il consueto calore da un vulcanico Paolo Erne (foto di Luca Galuzzi), che ha introdotto i miei amici alla Rinnegata di Antica Contea - chi non la conoscesse clicchi qui -, siamo passati alla Suzie B sempre di Antica Contea, blend di una birra alle susine secche e una con susine fresche. L'ho trovata una buona "entry level" per chi si avvicina al mondo delle birre acide, in quanto sia all'aroma che nel corpo risulta morbida e delicata; con la componente acida che si amalgama bene a quella maltata, e soprattutto con il salire della temperatura lascia in chiusura toni fruttati gradevoli e persistenti, insieme a sentori di miele. Sempre rimanendo in zona Friuli ho poi provato la Sour Brown Ale di Borderline, affinata 8 mesi in barile di rosso friulano e rimasta 14 mesi in fusto. Al naso risalta soprattutto la componente del legno, che apre la strada alle reminescenze di - appunto - vino rosso che "riempiono" poi il palato, pur senza risultare invasivi.

Cambiando zona sono passata alla Nut-The Irish Jinn di Black Barrels, una apa affinata per 3 mesi in botti lavate col vino e aromatizzata al whiskey. Ed è quest'ultimo a farla da padrone, con la componente tra il caramellato e il torbato del malto che domina nettamente su quella acida prima di tutto al naso, ma anche nel resto della bevuta. L'incontro più curioso è stato quello con il mastro birraio dell'irlandese The White Hag - grazie a Marco D'Agostini -, e con la sua Irish Heather Sour Ale: un po' in inglese e un po' in italiano, ci ha raccontato la storia di questa antica ricetta dell'isola, che prevede l'uso di un gruit (miscela di erbe al posto del luppolo, come si faceva prima dell'introduzione di questa pianta nell'arte brassicola) e l'affinamento in botti di vino rosso francese. Sono infatti i toni dolci dell'erica - come dice il nome stesso - a dominare, insieme però a delle note erbacee e balsamiche che - non sorprendentemente - non avevo mai trovato in nessun'altra birra.

Da ultimo una parola per la Beersel Morning 2013, blend di una saison del Birrificio del Ducato e di un lambic dell'apprezzatissimo - consiglio questa lettura - Oud Beersel. Da sotto la notevole schiuma sale un aroma in cui è ben percepibile la "componente saison", con la speziatura del lievito e la buona presenza del cereale; il lambic si fa sentire soprattutto in un secondo momento, in un corpo che rimane fresco e beverino nonostante non sia esile. Tutte birre senz'altro interessanti; nella speranza di riuscire a dedicarvi più di un paio d'ore l'anno prossimo....

Nessun commento:

Posta un commento